Povere creature

Di Sara Iiritano 

Bella è una ragazza “unica”, come viene chiamata nel corso di tutto il film. Unica per la sua condizione, per la sua bellezza, per le sue parole e per la sua visione, proprio com’è unica la pellicola stessa. I suoni della colonna sonora assordanti colpiscono subito lo spettatore e, sin dall’inizio, accompagnano il viaggio in questo mondo. Il regista, Lanthimos, ha sempre voluto, anche nelle sue produzioni precedenti, darci il benvenuto nel suo mondo surreale e inquietante. Questa volta però vuole presentare qualcosa di assolutamente surrealista, con niente di visivamente quotidiano o vicino alla realtà. Le immagini dei paesaggi, i personaggi e il mondo creato dal regista si pongono come frutto di una fantasia che si confonde tra l’infantile e il futuristico. “Povere creature!” racconta un viaggio alla scoperta del mondo per scoprire se stessi. Il bianco e nero è la gabbia, il mondo nascosto, rinchiuso nelle mura della casa. Così la realtà appare già strana, con inquadrature non convenzionali, tra laboratori e vestiti di un’altra epoca. Il mondo esterno della scoperta, invece, si caratterizza con i suoi colori brillanti e le inquadrature artistiche, come se ogni scena fosse un quadro dipinto. I colori, in particolare, si accostano ai suoni squillanti e creano un’ambientazione completamente alterata che lascia lo spettatore confuso e ipnotizzato. Tutto ciò è la rappresentazione di un gioco sensoriale, dove le nostre percezioni ci sembrano alterate e imprigionate in questo mondo pieno di arte. La pellicola infatti è veramente un’opera d’arte unica e completa; unisce fotografia, colonna sonora, dialoghi filosofici e significato sociale. Lanthimos riesce a mettere insieme tutto quello che è racchiuso nella vita reale, per farci vedere la scoperta di questa dagli occhi di Bella. Il rischio era quello di risultare pesante o esagerato, ma il regista non sfiora questa possibilità: tutto è bilanciato in questo esagerato artistico, colpisce e incanta lasciando la mente di tutti noi in quel mondo, per sempre, forse.

I messaggi sono tanti e forti, dal personale al sociale, e la storia li tocca in modo delicato ed efficace: il bene e il male, il significato della vita, l’autodeterminazione della donna e della persona, il classismo, sono solo alcuni dei temi trattati. Capiamo, alla fine di questa esperienza, che è la visione di questo film, che si possono comprendere e amare i sentimenti umani e la vita; conoscerli e vivere il mondo con più positività possibile è possibile, però, soltanto attraverso gli occhi del nostro bambino interiore, partendo dalle emozioni più infantili e primordiali, perché c’è sempre un miglioramento.

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